venerdì 13 agosto 2010

Genova Est

Un mazzo di rose.
Un mazzo di rose sul selciato.
Un mazzo di rose, un po’ scombinato, sulla linea di mezzeria della rampa di un’autostrada.
L’ho visto così, passandogli accanto ieri sera.
Quella visione fugace mi ha raccontato una storia.
La storia di lei, che si arrabbia e getta i fiori dall’auto desiderando solo essere altrove. E poi tiene la testa appoggiata al finestrino, guardando fuori. Le luci gialle della galleria sfuocate dalle lacrime che le riempono gli occhi e che lei vorrebbe ricacciare indietro. Portami a casa, ora. No, non voglio parlare.
La storia di lui, che voleva farle un regalo, cercando di farsi perdonare qualcosa al modico prezzo di “Me ne dia sette. Sì. Quelle rosse, grazie”.
Le cose che ci sono state, le frasi, le promesse, il futuro, adesso sono lì a terra.
Avvolte in un po’ di cellophane e carta crespa che aspettano di essere calpestate dal prossimo furgone.



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