Il 30% dei furti d’auto in Italia sarebbe simulato, almeno secondo quanto rivela lo studio fatto dalla rivista “Quattroruote” in collaborazione con la Divisione di Polizia giudiziaria della Polizia. Il mensile ha “ricostruito le fasi del business dei furti d’auto, individuando la varietà dei soggetti coinvolti e i ìflussì di uscita delle vetture dal nostro Paese”. Dall’inchiesta emerge che l’Italia sarebbe un terreno fertile per questo tipo di truffe, disponendo di “un mercato facilitato dalla grande disponibilità di documenti falsi: in Italia circolano milioni di certificati di proprietà rubati in bianco dalle tipografie dello Stato o dalle agenzie abilitate alle pratiche auto, che vengono poi compilati con dati fasulli e abbinati a carte di circolazione contraffatte”. “Il modo operativo è consolidato – spiega ancora la rivista Quattroruote – l’auto, preferibilmente di prestigio, viene rubata e nascosta per ripulirla dai sistemi di controllo e dotarla di una nuova identità grazie agli specialisti di ‘falsì che alterano il numero di telaio e sostituiscono la targa, creando un perfetto clone di una vettura ‘pulità già in circolazione”.
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