giovedì 5 agosto 2010

Now those memories come back to haunt me. They haunt me like a curse.

Oggi ho fatto qualche lavoretto nella casa di campagna dei miei, nell’entroterra.
Vedere gli attrezzi di mio padre come lui li aveva lasciati, la sua calligrafia minuta sulle etichette dei barattoli, il suo modo di riporre le cose, quelle da tenere e quelle da gettare. Mettere la legna nella sua legnaia, vedere il suo orto ormai incolto.
Per la prima volta da febbraio la forza della sua assenza/presenza mi ha colpito così forte e ha steso un velo di malinconia sul resto della giornata.
La sensazione è strana: non è nostalgia, anche se sembra brutto a dirsi — credo di essermi fatto una ragione della sua morte, sono abbastanza fatalista — ma è come se mancasse un pezzo ad un puzzle che ho sempre visto completo. Difficile a spiegarsi.
Quando ero bambino mi capitava ogni tanto di pensare a come sarebbe stato quando papà non ci fosse stato più, e a volte piangevo nel mio letto. Adesso che è successo, non è come me lo immaginavo; non è meglio, non è peggio, è solo diverso.
Sono sicuro che potessi spiegargli come mi sento ora, beh, lui lo capirebbe.



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